2047

Anno 2047. La guerra è ormai finita da due anni ma nulla sembra essere cambiato. Le strade sono sempre vuote, circondate solo da vecchi negozi abbandonati con le insegne penzolanti, che minacciano di cadere da un momento all’altro, e da immense discariche. Nessuno ormai esce di casa da dieci anni, poiché la tecnologia fa fronte a tutti i bisogni degli esseri umani, rendendo inutile sia il contatto con le altre persone, sia lo spostamento dalla propria abitazione. Ormai i telefoni si utilizzano per tutto, per comprare beni di prima e seconda necessità, che vengono portati nelle proprie abitazioni da camion automatizzati, per trovare qualcuno con cui costruire una famiglia, per trovare modi per riscuotere quel poco denaro che serve per sopravvivere. Sopravvivere, perché ormai non si vive più. Si sta tutto il giorno chiusi in casa a leggere notizie di questo o quel paese straniero, o a fare i conti per quanto manca alla propria morte. Le persone sono tutte in abbondante sovrappeso e non hanno più uno scopo nella vita perché ormai non esiste più niente da fare, non si possono visitare gli stati stranieri a causa dei muri innalzati dai tiranni, non si può lavorare perché tutto è fatto dalle macchine, non c’è più niente da inventare e non si può neanche più uscire per svagarsi date le enormi montagne di spazzatura che sovrastano le strade. L’unica cosa che permette di svagarci è fare figli, e sperare che per loro in futuro la vita sia diversa, anche se bisogna seguire delle regole anche per questo: non bisogna farne con donne o uomini che vivano a più di trenta metri dalla nostra casa, così da permettere un immediato trasferimento per chi voglia formare una famiglia, non si può averne più di due per ogni coppia, poiché non ci sarebbero abbastanza case per ospitarli. Non si costruiscono neanche più case, infatti se secondo un censimento risulta che in una casa vivono più di quattro persone, si procede all’eliminazione di quella più anziana. In merito al governo, sono due anni, ossia sin dalla fine della terza guerra mondiale, che a comandare vi è un autentico tiranno, che non fa che contribuire alla distruzione di questa ormai disintegrata nazione. Le persone ormai non fanno neanche più caso a tutto ciò, vivono nella convinzione che non si possa fare niente per aggiustare le cose, quindi si limitano a vivere la loro patetica vita. Ma noi non siamo così, noi non ci limitiamo a sopravvivere. È da un anno, cinque mesi, tredici giorni, tre ore e qualche minuto che stiamo progettando ciò che ci permetterà di tornare a vivere una vita normale. Una macchina del tempo, anzi più che una macchina questa è una fonte di salvezza, che ci riporterà indietro per aggiustare tutto ciò che ha causato questo disastro. Un gruppo di scienziati e militari sono riusciti a trovare attraverso delle reti segrete una tana sotto terra che ci permette di incontrarci senza uscire di casa, e di lavorare giorno e notte a questa macchina. Finalmente il nostro progetto è stato ultimato, e stiamo per testarlo. Siamo un gruppo di circa trenta ragazzi che per un motivo o per un altro non si sono arresi, e vogliamo cambiare le cose. Appena ci daranno l’okay ci infileremo questa macchina e attueremo la rivoluzione mai vista nella storia dell’umanità. Cinquanta anni. Perché cinquanta anni? Vi chiederete. Perché a nostro avviso, cinquanta anni fa c’erano ancora persone che si interessavano al destino del mondo.

Si facevano sforzi per migliorare la situazione e c’era ancora qualcuno che credeva in un miglioramento, credeva che ponendo freno all’inquinamento si potessero migliorare le cose ed è proprio a quelle persone che vogliamo appellarci, vogliamo trovare delle soluzioni collaborando con loro per ristabilire l’ordine naturale del mondo. E vogliamo anche richiamare chi, secondo noi, è responsabile della situazione del nostro tempo e fargli capire a cosa porterà il loro comportamento perché le persone non capiranno mai ciò a cui vanno incontro finché non se lo trovano davanti e non ne vengono colpiti direttamente. 

Costruire muri per isolare le proprie nazioni, promuovere una cattiva alimentazione solo perché meno costosa, promuovere il nepotismo, chiudersi verso le minoranze, non promuovere un adeguato programma di riciclaggio, promuovere l’individualismo, tagliare fondi destinati alle scuole, agli ospedali, alle prigioni e a tutte le strutture pubbliche, favorire grandi aziende invece di piccole aziende familiari e quindi portando avanti il modello capitalista senza controllo è ciò che ci ha portati a questo punto ed è ciò che cercheremo di reprimere fino all’ultimo dei nostri giorni.


Martina Bovi, Elisa Carpentieri, Martina Cacciola, Amir Elnhass

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Anno 2047. Il mondo sembra un brutto incubo. I desideri di pace e di benessere collettivo non si sono mai avverati, al contrario la sete di potere e la brama di dominio hanno preso il sopravvento.
Per le strade regna il caos, le istituzioni sono state abolite, non c’è più giustizia se non quella personale. Nessuno gestisce nessuno, non ci sono autorità né senso di insieme; l’individualismo e l’egoismo ha preso il sopravvento. Alla fine è questo ciò che voleva l’uomo fin dalla sua nascita: la supremazia personale. D’altronde la comunità è sempre stata scomoda, è più facile imporre un’idea che accettarne un’altra. Tutti i valori per cui l’uomo ha lottato, i diritti delle donne, il superamento dell’iniquità nella distribuzione delle ricchezze, il diritto al voto, la libertà di pensiero ,ora non contano più niente. C’è ancora gente in grado di pensare? Ci sono volenterosi a ricostruire una città civile? La decadenza delle virtù duole sia al corpo che alla mente; la lotta per la sopravvivenza personale ha ricondotto l’uomo ad uno status primordiale, dove gli istinti primitivi dettano legge, sfasciando gli stessi rapporti interpersonali di cui ormai non se ne ha più bisogno. Conta solo la supremazia sul più debole. Qualcuno si sarà chiesto cosa sia accaduto, cos’è andato storto? Il passato ci rincorre e il futuro ci ingoia, le persone hanno preferito seppellire i ricordi di una vita normale, lasciando spazio alla rabbia e all’odio verso il prossimo. La speranza è l’ultima a morire, dicemmo nel 2017 e infatti anche davanti a tutto ciò un po’ di speranza ci è rimasta. Ma cosa fare per cambiare tutto questo? L’uomo fin dall’antichità ha avuto problemi nel risolvere i propri dubbi, ha sempre cercato di realizzarsi al meglio ma è proprio quello il problema e la soluzione allo stesso tempo, il volere sempre di più. I benpensanti, i ribelli, i filosofi, gli amanti della patria hanno sempre provato a migliorare il mondo senza riuscirci, fino ad arrivare al degrado assoluto. Si dice che il disagio sia benefico per il pensiero, sviluppa le capacità, la volontà di cambiare. Ma il cambiamento terrorizza, si preferisce il lamento all’attuazione delle idee giuste. A questo punto sorge una domanda più che lecita: chi è disposto ad attuare le rivoluzioni, chi è disposto a fare un passo indietro, un tuffo nel passato per provare a capire la causa di tutto ciò e modificare il naturale svolgimento degli eventi? In questa società malata, anzi ammalata, qualcuno di buono è rimasto, o almeno, qualcuno deciso a cambiare questo status quo. Un gruppo di ragazzi infatti ha deciso di far tornare in vigore il buon senso tornando al 2017, anno della fondazione della Repubblica Autonoma Popolare (RAP) costituita proprio dai benpensanti. I ragazzi del 2047 decidono di unirsi a quest’associazione per modificare il loro presente. Il fatto più eclatante di cui si accorsero i ragazzi fu che le idee giuste esistevano già dentro quelle persone, ma non erano così convinte da mettere in pratica i loro pensieri perché sarebbero andati contro corrente: volere è potere ma il volere non basta se non ci sono gli ideali. Quest’associazione aveva le idee ma non la volontà di attuarle perché demoralizzata dai numerosi fallimenti nel tentare. I ragazzi raccontarono il loro presente a quest’associazione per spronarli a fare di più per migliorare la società. Quindi suggerirono loro di organizzare le rivolte finché fossero vivi, perché se i benpensanti si fossero rifiutati di agire il mondo sarebbe finito nel declino più totale proprio come era successo nel 2047. Agirono, convinti dai ragazzi, organizzando manifestazioni, collettivi, ed andando a parlare anche con i capi supremi che dirigono questo grande teatrino dove le persone sono burattini incoscienti. Dopotutto l’unione fa la forza. Riuscirono nella loro impresa e i ragazzi tornando nel loro presente trovarono un clima di pace e serenità, qualche problema ovviamente ancora esisteva ma non così irrisolvibile come il delirio prima del loro viaggio nel passato.

Giulia Colamartino, Francesco Cerqua, Edoardo Fedeli, Camilla Pozzi


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Anno 2047. L’effetto serra è ormai diventato uno dei problemi più gravi nel mondo. Il ghiaccio artico e i ghiacciai si sono sciolti, gli oceani si sono riscaldati, il livello dei mari si sta alzando, le zone costiere stanno per essere sommerse, la primavera ormai arriva in anticipo, c’è un incremento di precipitazioni e inondazioni, ci sono più ondate di calore e siccità, più incendi nelle foreste e più danni derivati da insetti. L’ecosistema è sconvolto, si stanno diffondendo malattie tropicali, c’è anche un incremento dei disastri legati al clima. L’uomo ormai non può più fare niente per rimediare alle conseguenze di aver sottovalutato il problema dell’effetto serra. Gli uomini del 2017, avendo visto questi terribili effetti decidono di trovare una soluzione, cercano di prevenire ciò che sarebbe successo se non fossero intervenuti: per prima cosa iniziano a muoversi in modo più sostenibile, ovvero cercando di limitare i mezzi per muoversi, e visto che in alcuni casi le macchine sono insostituibili decidono di passare ad automobili a basso consumo, poiché uno dei problemi principali è l’anidride carbonica; infatti iniziano anche ad usare l’energia solare, così da ridurre l’anidride carbonica che finisce nell’atmosfera. Si rendono conto che nella vita di tutti i giorni per limitare il fenomeno effetto serra basta prestare attenzione a delle piccole e semplici cose.


Michele Amicarelli, Riccardo Barboni, Andrea Marcellini, Giulia Quaglieri

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Anno 2047. Nel futuro il mondo sarà diviso in distretti tutti in guerra tra loro. Bisognerà cacciare per mangiare e l’unica legge che regola tutto è quella del più forte, tutti contro tutti, come in un videogioco brutale e violento. L’uso eccessivo della tecnologia avrà un effetto negativo sia sulla mente che sulla salute. Saremo costretti a trovare presto un equilibro tra il mondo virtuale e la vita vera. Saremo ormai dipendenti da internet, come se fosse il nostro unico vero nutrimento. Un nutrimento che, però, comporta la diminuzione del contatto fisico con gli altri e ci distrae dall’ambiente che ci circonda. Tutti alla ricerca della connessione veloce e giga illimitati. Nessuno avrà più bisogno degli altri, che saranno solo una minaccia da cui difendersi. Inventeranno persino una tuta che da la scossa a chiunque osa avvicinarsi, con un GPS integrato che individui la presenta di un essere vivente a distanza di chilometri per potersi difendere e attaccare. Sarà un’estate calda di temperature e freddissima di sentimenti.


Beatrice Maiolatesi, Giorgia Frigeri

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Anno 2047. A causa dei continui flussi migratori proveniente dai paesi dell’Est, dal Medio Oriente e dall’Africa, il settore lavorativo è saturo. L’acquisizione di grandi società italiane da parte di investitori orientali ha contribuito all’impoverimento del Paese.
Questa situazione critica ha portato i cittadini, affamati e senza denaro, ad una violenta rivolta collettiva nel Paese ormai spaccato in due metà: ricchi e poveri. Il governo stanco dei continui conflitti interni, decide di attuare un programma legislativo finalizzato all’espulsione di tutti coloro che non riescono a sostenere le spese di vita. Per costringere la popolazione lo Stato si rivolge alle forze armate. La popolazione cerca la ribellione, ma inutilmente. L’Italia finisce in rovina.


Francesco Grossholz, Gabriele Lalli, Valerio Parente

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Anno 2047. Fin dai decenni passati numerosi problemi affliggono la popolazione di tutto il mondo. Le persone sono ormai poco fiduciose nel prossimo e angosciate dalle difficoltà incontrate. Causa di discordie nel passato erano sicuramente le guerre che in parte a causa dell’Isis, in parte perché tutti gli Stati combattono l’uno contro l’altro, sono presenti anche nella società odierna. Sappiamo inoltre che nei secoli precedenti l’Europa ha popolato il mondo. Oggi è il mondo che sta popolando l’Europa. È presente una forte crisi migratoria, alimentata, come abbiamo detto precedentemente, dalla guerra ancora presente tutt’oggi nel Medio oriente. La presenza, nel nostro paese e negli altri di una maggioranza di immigrati rispetto ad abitanti del luogo, è considerata da alcuni un vero e proprio problema, ma questo non è però il pensiero di tutti e ciò causa di conseguenza discordie interne.
Si dice inoltre che l’uomo moderno è individualista per eccellenza. È presente un individualismo virulento, intollerante, astratto e che pretende di dettar legge alla società. Oltre ciò, la popolazione mondiale, anche se maggiormente quella italiana, è preoccupata e si lamenta soprattutto per i numerosi omicidi che vengono commessi. Il tasso di criminalità raggiunge infatti quasi il 40%. Grave anche il problema riscontrato a causa dell’inquinamento e dello smog cittadino. Arrivati a questo punto, ci siamo tutti resi conto che l’inquinamento era insostenibile. Potevamo andare in giro solamente con mascherine protettive, ma anche muniti di quelle non respiravamo aria pulita. Sì, quanto ci manca l’aria pulita .. L’aria del mare, l’aria della campagna, il vento fresco di primavera, e il vento gelido d’inverno.
Ormai questo non esiste più. Abbiamo rovinato con le nostre stesse mani la nostra casa, perché viviamo su questo pianeta come se ne avessimo un altro su cui andare. Ma ora basta, è arrivato il momento di agire. É inutile rimpiangere il passato, potremmo però provare a cambiarlo. Basterebbe ad esempio evitare i numerosi spostamenti con le macchine ed utilizzare invece mezzi pubblici o ad esempio quando è possibile biciclette, potremmo evitare di tenere le luci accese quando non serve, non usare acqua o cibi inutili. Sono tutte piccole cose che potrebbero però aiutare molto. Anche perché altrimenti, in un futuro, cosa succederebbe? In un futuro 2047 la situazione, se noi non ci impegniamo a migliorarla, peggiorerebbe sicuramente. Per quanto riguarda l’inquinamento e lo smog sarebbe davvero una grave problema se essi fossero sempre presenti nelle città, quasi come caratteristica propria, come un qualcosa di appartenente ai luoghi. Ma non deve essere così. L’individualismo, se non venisse arginato, potrebbe portare negli anni successivi ad allontanarsi dalla famiglia, alla rottura dei rapporti; si potrebbe sviluppare l’idea che solo l’individuo è la cosa importante. E ciò non deve succedere. Fin da ora dobbiamo provare a pensare più al prossimo, ad essere pronti ad aiutare, a sostenere, a non essere egoisti ma bensì altruisti. Dobbiamo fare qualcosa adesso per fare in modo che in un futuro 2047 le situazioni non degenerino. 


Emilia Trombetta, Giacomo Tacconi, Emma Palombelli



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